venerdì 14 febbraio 2014

Le ultime opere di Giorgio Tamburri

Nelle sue ultime opere, Giorgio Tamburri dà libera espressione ai sentimenti. Si sofferma con la rapida pennellata  dell'artista di fine ottocento su scorci di paesaggi, su creazioni suggestive, sulla muta rovina che minaccia l'ideale geometria dei monumenti. Le sue tele sono impulsi vitali, quadri della memoria, quasi a formare un'installazione interattiva per un percorso spaziale e narrativo. L'imponente quercia domina il primo piano della "Rotonda", come un ritaglio scuro nel paesaggio innevato che converge sulla chiesetta. La linea dei fabbricati che comprimono l'orizzonte dei "Ronchi", si affaccia su una distesa di verdi diluiti e umidi, da cui emerge la scia pastellata del viale che porta alla villa centrale. L'inquadratura di Porta Modena è il fondale suggestivo di un passato onirico, che fissa nel tempo ideale la coppia avvolta dal soffice nevischio. Non ha tralasciato l'attualità nella serie terremoto che ha colpito I Ronchi: sui volumi prospettici spiccano le fessure e i crolli, sia come tentacoli che ghermiscono gli edifici, sia come mostro nero appollaiato sulla torre. Un esercizio pittorico a servizio della comunità, su tele come "cartoni" di bottega.










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